DOGANA: restrizioni export per crisi RU – UA

DOGANA: restrizioni export per crisi RU – UA nel database TARIC

L’Agenzia Dogane e Monopoli ha emanato la nota n. 99410 del 2 marzo 2022,  per le prime indicazioni applicative, in relazione alle seguenti misure restrittive a causa della crisi tra Russia e Ucraina:

Le restrizioni riguardano importazione ed esportazione di merci considerate a rischio, che siano originarie di tali territori o destinate a essere ivi utilizzate; per esse, esistono alcune circostanze derogatorie per le quali sussistono, a seconda dei casi, specifici obblighi informativi/autorizzativi, cui devono conformarsi gli operatori, e adempimenti di controllo da realizzarsi a cura dell’Autorità doganale.

Per assicurare condizioni uniformi di applicazione delle disposizioni, la Commissione europea ha integrato nella banca dati TARIC le misure restrittive di cui sopra. Quindi sono stati creati nuovi certificati che consentono all’operatore di attestare la situazione derogatoria tramite l’indicazione, nell’ambito della dichiarazione doganale, dei codici ad hoc individuati.

Sanzioni previste restrizioni export per crisi RU – UA

La mancata applicazione di tali Regolamenti (UE) implica la sanzione ex art. 20 D.Lgs. 221/2017, con la reclusione da uno a sei anni, ovvero la multa da un minimo di 15.000 euro a un massimo di 250.000 euro, oltre la confisca dei beni impiegati nella commissione del reato.

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PLAFOND IVA: si devono verificare le dichiarazioni di intento

Si devono verificare le dichiarazioni di intento, altrimenti si può incorrere nel sequestro preventivo.

La Cassazione, con sentenza n. 1358/2022, ha stabilito che è legittimo il provvedimento di sequestro preventivo, in funzione della successiva confisca, del profitto del reato di dichiarazione fraudolenta, in capo al rappresentante legale di una società che utilizzi dichiarazioni di intento presumibilmente false, in quanto emesse da una società da poco costituita, e che quindi non poteva avere conseguito lo status di esportatore abituale e neppure disporre di un plafond per operare acquisti in sospensione d’imposta.

Secondo la Cassazione, la società avrebbe dovuto effettuare almeno una verifica sul presunto esportatore abituale, poichè soggetto con il quale non vi erano stati rapporti in precedenza; ad es. una visura camerale, avrebbe già consentito di accertare che la società emittente della dichiarazione di intento nel caso specifico neppure era iscritta alla Camera di Commercio. Di contro, limitarsi a riscontrare l’adempimento dell’obbligo di trasmissione telematica della dichiarazione di intento all’Agenzia delle Entrate non è sufficiente.

LE UTILITY PER LA GESTIONE DEL PLAFOND IVA

Sezione PLAFOND del sito

Abbiamo pubblicato:

  • PLAFOND IVA E-BOOK un vademecum per la gestione del Plafond IVA in tutti i suoi aspetti
  • UTILIZZO PLAFOND IVA per l’esportatore abituale, per tenere sotto controllo il plafond disponibile nel caso di utilizzo del plafond IVA fisso (o solare)
  • CONTROLLO PLAFOND IVA FORNITORE per il fornitore, per tenere sotto controllo le cessioni ad esportatori abituali ed evitare splafonamenti

SAN MARINO: no INTRASTAT dal 1° ottobre 2021

SAN MARINO: no INTRASTAT dal 1° ottobre 2021.

L’Agenzia Dogane e monopoli, con avviso del 17/12/2021, ha precisato che, a partire dalle operazioni effettuate dal 1° ottobre 2021, non ci sono più obblighi INTRASTAT: le cessioni di beni verso San Marino quindi non vanno più nell’Intrastat, anche se il soggetto passivo emette fattura cartacea.

Le operazioni tra Italia e Repubblica di San Marino sono regolate, sotto il profilo IVA, dal DM 21 giugno 2021 (in vigore dal 1° ottobre 2021) che ha anche abrogato il precedente DM 24 dicembre 1993; in precedenza ex art. 4 DM 24 dicembre 1993 l’INTRASTAT era obbligatorio per le cessioni di beni non imponibili IVA, per la sola parte fiscale, e solo se il cedente italiano aveva rapporti con altri Stati UE.

Fatturazione Elettronica San Marino

La fattura elettronica con San Marino è:

  • facoltativa dal 1° ottobre 2021 al 30 giugno 2022,
  • obbligatoria dal 1° luglio 2022.

Vale il provv. Agenzia Entrate n. 211273/2021 – le normali regole tecniche. Il procedimento elettronico è il seguente:

  • la fattura elettronica per cessioni di beni spediti o trasportati nella Repubblica di San Marino, riporta il numero identificativo del cessionario operatore economico di San Marino (SM+5 cifre), e sono trasmesse dal SdI all’Ufficio tributario di San Marino;
  • L’Ufficio tributario di San Marino verifica il regolare assolvimento dell’IVA sanmarinese all’importazione, poi convalida la fattura e comunica l’esito del controllo al competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate attraverso un apposito canale telematico;
  • il soggetto passivo italiano visualizza telematicamente l’esito del controllo effettuato dall’Ufficio tributario di San Marino;
  • se entro i quattro mesi successivi all’emissione della fattura, l’Ufficio tributario non ne ha convalidato la regolarità, il soggetto passivo italiano emette nota di variazione in aumento, entro i 30 giorni successivi;
  • Solo se l’Ufficio convalida la fattura, la cessione beneficia del regime di non imponibilità IVA.
  • Gli operatori economici residenti, stabiliti o identificati in Italia possono ancora emettere fattura in formato cartaceo, per le operazioni sino al 30 giugno 2022 (e, anche successivamente a tale data, in presenza di specifiche ipotesi di esonero).
  • ex art. 1 commi 3 e 3-bis D.Lgs. 127/2015, in presenza di fattura elettronica, non c’è più l’esterometro, anche nei rapporti tra Italia e San Marino.

Fattura cartacea San Marino

Il procedimento cartaceo è il seguente:

  • la fattura cartacea è emessa in tre esemplari, due dei quali sono consegnati al cessionario sammarinese.
  • Il soggetto passivo italiano che, entro quattro mesi dall’emissione della fattura, non abbia ricevuto dal cessionario l’esemplare della fattura cartacea vidimata dall’Ufficio tributario di San Marino, deve darne comunicazione al medesimo Ufficio e, per conoscenza, al competente Ufficio dell’Agenzia Entrate.
  • Se entro 30 giorni non ha ricevuto l’esemplare della fattura vidimata, il fornitore italiano emette nota di variazione in aumento, senza sanzioni e interessi.
  • La cessione beneficia del regime di non imponibilità IVA solo se il cedente ha l’esemplare della fattura restituita dal cessionario sammarinese vidimata con data e timbro a secco circolare con la dicitura “Rep. di San Marino – Uff. tributario”.

Sezione del sito dedicata a SAN MARINO

SAN MARINO: codice destinatario per fatture elettroniche

San Marino: codice destinatario per fatture elettroniche 2R4GTO8.

In data 31/08/2021, l’Ufficio Tributario di San Marino ha reso noto il codice destinatario per la ricezione o lo smistamento delle fatture elettroniche relative ai rapporti di scambio con la Repubblica italiana: il codice di 7 caratteri è “2R4GTO8”.

Tale codice fa seguito all’accordo tra Italia e San Marino (scambio di lettere del 26 maggio 2021) e al DM 21 giugno 2021 che ha stabilito le regole fiscali applicabili ai rapporti di scambio tra i due Stati.

In seguito, il provvedimento Agenzia Entrate 5 agosto 2021 n. 211273 ha definito le regole tecniche per la fatturazione elettronica delle operazioni con controparti residenti nella Repubblica di San Marino, rinviando al provvedimento Agenzia Entrate 30 aprile 2018 n. 89757 che già disciplina la fattura elettronica nei rapporti tra soggetti passivi IVA stabiliti in Italia (stesse specifiche tecniche):

  • La fatturazione elettronica tra i due Stati avviene tramite SDI Sistema di Interscambio
  • i controlli avvengono da un lato, da parte dell’Ufficio tributario sammarinese, che è accreditato come “nodo attestato” al SDI stesso e, dall’altro, dalla Direzione Provinciale di Pesaro Urbino;
  • l’Ufficio di San Marino nei 4 mesi successivi all’emissione comunica l’esito dei controlli sul documento, verificato il regolare assolvimento dell’imposta sull’importazione (art. 7 comma 1 DM 21 giugno 2021);
  • trascorsi i 4 mesi senza convalida della fattura, l’operazione è assoggettata a IVA e il soggetto passivo italiano, entro i successivi trenta giorni, è tenuto a emettere la nota di variazione in aumento ex art. 26 comma 1 del DPR 633/72.

Il codice destinatario è attivo dal 1° ottobre 2021 e deve essere preventivamente comunicato alle controparti ai fini della corretta trasmissione dei documenti in formato elettronico.