REVERSE CHARGE: obbligatorio per dispositivi multicore

Fonte: Fisco Oggi

Autore: A. Iacono

Data: 07/02/2012

A decidere sull’applicabilità dell’inversione contabile è la possibile utilizzazione del meccanismo all’interno dei pc e non la loro effettiva destinazione finale

Con la RM 13/E/2012 del 7 febbraio, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti in merito all’obbligo di inversione contabile per le cessioni di dispositivi a circuito integrato.

Come è noto, l’obbligo di inversione contabile alle cessioni di tali sistemi, ex art.17, co. 6, lett. c), DPR 633/1972, è stato autorizzato, con decisione del Consiglio dell’Ue del 22 novembre 2010, limitatamente a:
a) telefoni cellulari, concepiti come dispositivi fabbricati o adattati per essere connessi a una rete munita di licenza e funzionanti a frequenze specifiche, con o senza altro utilizzo;
b) dispositivi a circuito integrato quali microprocessori e unità centrali di elaborazione prima della loro installazione in prodotti destinati al consumatore finale”.

L’Amministrazione, in risposta ad alcuni quesiti pervenuti sull’argomento, fornisce ulteriori indicazioni per meglio definire l’ambito di applicazione del reverse charge a tali congegni.
In proposito, sentita l’Agenzia delle Dogane, secondo cui i dispositivi a circuito integrato, quali le unità centrali di elaborazione, “…specie negli ultimi tempi, vengono anche realizzate con tecnologia multi-core, nel senso che la CPU è costituita da più core, ovvero da più nuclei di processori fisici montati sullo stesso package, classificabile al codice NC 8542 3110, in base alla nota 8 b) 3) al capitolo 85 NC, l’Agenzia delle Entrate precisa che debbono essere assoggettati all’obbligo di inversione contabile anche quei dispositivi a circuito integrato, quali componenti di personal computer, riconducibili al codice NC 8542 3110.

Il chiarimento segue quanto già precisato con la RM 36/E/2011 riguardo all’individuazione dei dispositivi a circuito integrato da assoggettare a reverse charge. Il documento di prassi specificava che ricadono “nell’ambito applicativo del reverse charge anche quei dispositivi comunque riconducibili ai concetti di Circuiti integrati elettronici di cui al codice NC 8542 3190 della nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune di cui all’allegato I del Regolamento CEE) n. 2658/87 del Consiglio”.

Il riferimento ai codici NC 8542 3190 e NC 8542 3110 intende individuare, in modo più oggettivo possibile, al fine di soddisfare esigenze di certezze degli utenti, i meccanismi a circuito integrato che devono essere assoggettati all’obbligo di inversione contabile.
Precisa, infine, l’Agenzia che, ai fini dell’applicazione del regime, rileva l’oggettiva riferibilità dei beni di cui ai predetti codici NC a personal computer o apparati analoghi. Il sistema dell’inversione contabile deve pertanto essere applicato a microprocessori e unità centrali di elaborazione individuati in base al codice NC 85423190 e 85423110 in quanto oggettivamente idonei a essere inseriti in personal computer o sistemi simili, a prescindere dal fatto che siano destinati a essere incorporati in tali apparecchi o in altri congegni come, ad esempio, gli elettrodomestici.

L’Amministrazione aveva già fornito chiarimenti in materia con la circolare n. 59/2010 e, in particolare, come anticipato, con la risoluzione n. 36/2011, con la quale è stato precisato che:

  • l’inversione contabile trova applicazione per le sole cessioni dei beni effettuate nella fase distributiva che precede il commercio al dettaglio e non per le attività di commercio al minuto e attività assimilate, previste dall’articolo 22 del Dpr 633/1972. Ne consegue che sono escluse dall’obbligo di reverse charge le cessioni dei beni effettuate da commercianti al minuto autorizzati in locali aperti al pubblico, in spacci interni, mediante apparecchi di distribuzione, per corrispondenza, a domicilio o in forma ambulante
  • sono esclusi dall’obbligo di reverse charge anche i soggetti diversi da quelli individuati dall’articolo 22 del Dpr 633/1972 che, tuttavia, effettuano il trasferimento dei beni in argomento direttamente a utilizzatori finali. Si tratta delle ipotesi in cui la fornitura del telefono cellulare sia accessoria alla fornitura del “traffico telefonico”, anche nelle ipotesi in cui, nell’ambito del medesimo rapporto principale di cessione del traffico telefonico siano ceduti all’utente (titolare di una o più Simcard) più cellulari che appaiono, ragionevolmente, riconducibili a un rapporto di accessorietà con l’operazione principale. Circostanza sussistente quando i telefoni ceduti non eccedono di oltre il 10% il numero delle Simcard consegnate all’utente.

DEPOSITI IVA: nota Agenzia Dogane su esonero garanzia

L’Agenzia delle Dogane, con la nota prot. 148047/RU del 01/02/2012, ha fornito ulteriori indicazioni sulle procedure da seguire per l’esonero dal prestare la garanzia in materia di depositi IVA (art. 50 bis DL 331/1993), ad integrazione di quanto già precisato con nota prot. 127293/RU del 04/11/2011.

Come è ormai noto, il DL 70/2011, modificando l’art. 50 bis DL 331/1993, ha stabilito che per le operazioni di immissione in libera pratica di beni non comunitari, destinati ad essere introdotti in un deposito IVA, è necessario prestare una garanzia commisurata all’imposta, disponendo anche i casi di esonero: non sono infatti tenuti all’obbligo i titolari di certificazione attestante lo status di operatore economico autorizzato (AEO – Authorized Economic Operator) e i soggetti titolari dell’esonero dal prestare garanzia ex art.90 DPR 43/1973 (TULD), esonero semplificato per le garanzie dedicate esclusivamente ai depositi.

L’Agenzia delle Dogane ha illustrato i seguenti chiarimenti:

  • soggetti non residenti: per i soggetti non residenti, ai fini del rilascio dell’esonero, è prevista la presentazione della documentazione richiesta di norma dall’Agenzia delle Entrate per l’attribuzione della p.IVA ex art.35 ter DPR 633/1972 (certificato originale CCIA del Paese estero + copia del doc.identità firmatario richiesta); l’istanza va presentata all’Ufficio presso il quale vengono prevalentemente effettuate le operazioni di immissione in libera pratica, e va anche indicato il codice EORI se posseduto;
  • operazioni presso diverse dogane: l’esonero può essere usato per operazioni verso altri Uffici delle Dogane senza deroga all’importo massimo di garanzia concesso dall’Ufficio presso cui viene presentata l’istanza ;
  • superamento dell’esonero: se il limite massimo dell’IVA sulle importazioni effettuate nell’anno precedente, ovvero sulle immissioni in libera pratica di beni introdotti a deposito IVA, venga superato nel corso dell’anno, il soggetto è tenuto a prestare cauzione, a meno che non richieda la certificazione AEO;
  • semplificazioni: a seguito delle recenti modifiche apportate dalla legge di Stabilità 2012 al DPR 445/2000 l’operatore non è più tenuto a presentare il certificato di assenza di carichi pendenti, è sufficiente un’autocertificazione, mentre gli Uffici delle Dogane provvederanno ad effettuare controlli a campione sulla veridicità delle autocertificazioni presentate.


Legge Comunitaria 2010: 5) Operazioni non imponibili art.72 – accordi internazionali

OPERAZIONI NON IMPONIBILI EX ART.72 DPR 633/1972 (in vigore dal 17/03/2012)

La Legge Comunitaria 2010 (L.217/2011) ha modificato l’art. 72 DPR 633/1972, nel modo seguente:

Ai fini IVA sono non imponibili ed equiparate alle cessioni ex artt. 8, 8-bis –  le cessioni di beni e ex art. 9 DPR 633/1972 – le prestazioni di servizi eseguite nei confronti:

  • delle sedi e dei rappresentanti diplomatici e consolari appartenenti a Stati che in via di reciprocità riconoscono analoghi benefici alle sedi e ai rappresentanti diplomatici e consolari italiani;
  • dei comandi militari degli Stati membri, dei quartieri generali militari internazionali e degli organismi sussidiari;
  • dell’UE, della CEEA (Comunità europea dell’energia atomica), della BCE, della BEI (Banca europea per gli investimenti) e degli organismi istituiti dall’UE;
  • dell’ONU e delle sue istituzioni specializzate nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali;
  • dell’Istituto universitario europeo e della Scuola europea di Varese nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali;
  • degli organismi internazionali riconosciuti diversi da quelli di cui alla lett. c), e i membri di tali organismi.

Con tale articolo si rendono applicabili le disposizioni relative alle agevolazioni IVA previste da trattati e accordi internazionali

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